Si è tenuto nel mese di maggio 2014 il corso per coordinatori di team di supporto psico-sociale in Polizia Locale,  primo step di un progetto più articolato sostenuto da Anvu Trentino Alto Adige e Comunità Alto Garda e Ledro per supportare i colleghi coinvolti in attività di servizio a forte impatto sulla personalità e sulla vita privata.

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E’ il caso ad esempio degli interventi negli incidenti stradali mortali e dei sempre più frequenti eventi critici di servizio, come gli esiti psico sociali negativi riconducibili ad aggressioni o interventi più vicini ad aspetti di “ordine pubblico” che al tradizionale ruolo della vigilanza urbana.

Questo evento non succederà mai… o perlomeno è impossibile accada a me!
Sono parole spesso ripetute tra colleghi, ma non si può mai prevedere dove il fulmine colpirà,
per questo motivo la preparazione è l’unico DPI in grado di proteggerci!

Il percorso formativo si è tenuto nel maggio 2014 per complessive 40 ore, con l’obiettivo di formare operatori di Polizia Locale in grado di sostenere i propri colleghi in conseguenza di eventi critici.
Questo progetto permette di avere personale formato, professionalmente preparato e prontamente reperibile su tutto il Trentino Alto Adige.

Non si pensa a ciò che accade quando un operatore di polizia deve comunicare ai familiari il decesso avvenuto in un incidente stradale mortale oppure i delicati equilibri da gestire durante interventi in situazioni di disagio familiare (liti in famiglia, maltrattamenti di minori, allontanamento minori). E che dire di chi subisce un’aggressione?

Serve del tempo per sentirsi di nuovo in grado di affrontare il servizio: le ripercussioni psicologiche provocate da un pugno possono essere più profonde di quelle fisiche.
I rischi psicosociali possono in alcuni casi estremi produrre sindromi post traumatiche che, se non fronteggiate adeguatamente, possono svilupparsi in patologie invalidanti per gli operatori di polizia.

Ecco perchè un progetto per creare figure professionali in grado di supportare i colleghi coinvolti in un evento critico di servizio, riconducibile a tutti quegli interventi che per la loro natura sono caratterizzati da un intrinseco livello di rischio fisico e psicologico che possono provocare nell’operatore di polizia gravi ripercussioni anche a carattere psicologico.

 

Perchè questo progetto

In uno studio che ha confrontato ventisei diversi tipi di occupazioni è emerso che il lavoro in polizia si colloca tra quelli più stressanti ed a bassa soddisfazione lavorativa (Johnson, Cooper, Cartwright, Donald, Taylor e Millet, 2005).

Nel lavoro in polizia possiamo distinguere due categorie di stressor:

  • la prima riguarda le problematiche inerenti l’organizzazione ed il “contesto” lavorativo (job context) come il lavoro a turni, uno scarso sostegno da parte dei colleghi o superiori, norme culturali che enfatizzano l’imperturbabilità emotiva, problemi di comunicazione e scarso riconoscimento professionale;
  • la seconda categoria include le situazioni impegnative dal punto di vista emotivo caratterizzanti il “contenuto” del lavoro di poliziotto (job content) come il rilievo di incidenti stradali mortali, il confronto con abusi e violenze e situazioni pericolose, la comunicazione del decesso ai familiari delle vittime e, più in generale, gli eventi a rischio di stress traumatico (Pietrantoni, Prati e Morelli, 2003; Pietrantoni, Lori 2005; Pietrantoni, Prati e Valli, 2006; Lori e Battagli, 2013).

Recenti ricerche italiane all’interno della Polizia Locale evidenziano che il ruolo operativo piuttosto che l’attività di tipo impiegatizio comporta un maggiore di-stress per l’operatore di polizia (Pancheri et al., 2002; Tomei et al., 2006; Lori, Pietrantoni 2004).

Le situazioni a bassa frequenza e ad alto impatto psicologico sopracitate sono definite eventi critici di servizio ed hanno la caratteristica di essere potenzialmente traumatiche.

Le stime sulla prevalenza del Disturbo da Stress Post-Traumatico (DSPT) negli operatori di polizia vanno dal 7% al 35% (Carlier, Lamberts e Gersons, 1997; Darensburg, Andrew, Hartley, Burchfiel, Fekedulegn e Violanti, 2006; Gersons, 1989; Maia et al., 2007; Marmar et al., 2006; Robinson, Sigman e Wilson 1997).

Una buona pratica per prevenire e promuovere il benessere lavorativo di operatori di polizia esposti ad eventi critici consiste nel sostegno fra pari (Lucchetti, 2003; Paton, 2006; Prati, Pietrantoni e Lori, 2007; Lori, 2011).
Il riferimento ai colleghi come principale supporto interno all’organizzazione, che emerge nelle ricerche sullo stress in polizia locale (Lori, Pietrantoni 2004; Zuliani, De Antoni, Bigarella 2007), sostiene in modo coerente l’ipotesi del peer support come prima modalità a cui gli operatori ricorrono per fronteggiare lo stress lavorativo. Secondo Lucchetti (2003), la comunicazione fra pari rappresenta un fattore di protezione nei confronti dello stress, in particolare per quanto attiene lo stress acuto da eventi critici in cui il supporto di “pari” adeguatamente formati all’interno di un programma di gestione di tali eventi risulta positivamente valutato dai poliziotti. In tali contesti di criticità (ad es., conflitti a fuoco che provocano la morte di colleghi o di terze persone, attività di soccorso relative a disastri di grande portata, il suicidio di un collega, lo svolgimento di alcuni tipi di attività investigative come ad esempio quelle relative a reati contro i bambini, il ricevere minacce o attentati indirizzati alla propria persona o a stretti familiari a causa dell’attività istituzionale svolta) il supporto tra pari gioca un ruolo importante in quanto si è visto che una loro attenta gestione delle sequele dell’incidente produce una significativa diminuzione delle problematiche psicologiche fra i loro dipendenti traumatizzati.

 

Obiettivi formativi raggiunti dal corso

L’obiettivo generale del progetto è la formazione di un gruppo di Coordinatori di gruppi di sostegno psicologico e sociale, sul tipo dei Care Team in polizia, dei corpi di Polizia Locale della Provincia autonoma di Trento.
Nello specifico il progetto mira ad ad attivare:

  1. un sistema di aiuto psicologico e sociale nella gestione della crisi da eventi critici di servizio, con l’obiettivo di prevenire, monitorare e intervenire nei casi di bisogno espresso da parte del personale della Polizia Locale impiegato in servizi operativi e nelle specifiche competenze istituzionali;
  2. un team di operatori di Polizia Locale, formati nel primo sostegno ai colleghi e ai cittadini/utenti che vivono condizioni di disagio derivanti da eventi stressanti o traumatici come ad esempio la gestione della comunicazione con soggetti psichiatrici nei TSO, la comunicazione della morte improvvisa o delle lesioni gravi derivanti da incidenti stradali o eventi traumatici improvvisi ai familiari delle vittime, la gestione dei rapporti istituzionali con soggetti vittime o testimoni di eventi critici o traumatici (aggressioni, rapine, violenze ecc…);
  3. un team di operatori formati nella gestione delle situazioni critiche in emergenza, così da essere utilizzati in supporto al Crisis Management Team in caso di eventi traumatici importanti come maxi emergenze e disastri.

Per raggiungere questi obiettivi il team di Cerchio Blu ha puntato a far acquisire agli operatori di polizia coinvolti abilità specifiche per:

  • Saper riconoscere i segnali di disagio mostrati da un collega a seguito di Eventi Critici di Servizio;
  • Imparare ad aiutare e sostenere gli operatori vittime di ECS;
  • Sviluppare competenze nell’analisi della domanda del collega in difficoltà;
  • Conoscere e saper individuare le reazioni psicologiche delle persone vittime di eventi traumatici, fornendo abilità nel sostegno e nell’accoglienza degli stessi durante le attività istituzionali;
  • Definire e condividere norme etiche circa il servizio di supporto offerto;
  • Redigere procedure di servizio allo scopo di organizzare e diffondere il servizio offerto;