SOSTEGNO AI FAMILIARI DELLE VITTIME DI EVENTI TRAUMATICI
L’intervento di forze dell’ordine e soccorritori direttamente nel teatro di incidenti ed emergenze non può ricondursi solo ad attività operativa e procedure standardizzate. La tragedia travolge molte persone: vittime dirette degli eventi, parenti, familiari, amici le cui esistenze saranno sconvolte da quel momento in avanti, in una frattura temporale insanabile spesso generata dall’operatore di polizia che porta la triste notizia.
Per questo motivo la comunicazione della morte improvvisa, magari per un “banale incidente stradale”, è una “tragedia che si aggiunge alla tragedia”, con conseguenze psicologiche sia per chi riceve la notizia sia per chi la comunica. Contrariamente a quanto accade negli ospedali a seguito di una malattia, il decesso di cui si occupano poliziotti e soccorritori è sempre un decesso INATTESO, PREMATURO, EVITABILE, spesso verificatosi in circostanze VIOLENTE.
Ecco perchè l’operatore può e deve prepararsi a questo compito, un’esperienza molto intensa sia a livello psicologico che professionale, dove è chiamato a confrontarsi non solo con la morte e con le esperienze di dolore e di lutto dei familiari, ma anche con le sue stesse capacità di supporto e di “contenimento emotivo”.
Spesso gli ultimi ricordi dei familiari coincideranno con questo momento, con la qualità della comunicazione: quando è avvenuta, dove, cosa stavamo facendo… una comunicazione non appropriata può addirittura prolungare le sofferenze ed il dolore, compromettendo il processo di “elaborazione del lutto”. Se colui che comunica la morte adotta atteggiamenti e comportamenti consapevoli ed attenti, preparandosi nel modo migliore a questo compito, potrà creare le migliori condizioni per iniziare questo processo di aiuto ai familiari.
Per questo motivo risulta cruciale acquisire competenze e professionalità che includano anche la dimensione relazionale, per sapere cosa dire, come dirlo, quando farlo… e tenere sotto controllo anche l’impatto emotivo su sè stessi.