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Quando accade un disastro aereo le procedure di intervento dovrebbero essere previste nei piani d’emergenza che ogni aeroporto ha messo a punto, come previsto dalle procedure internazionali.
Una delle lacune che ancora si registrano in casi di incidenti aerei è riconducibile alla possibilità che il disastro avvenga lontano sia dall’aeroporto di partenza sia da quello di arrivo dell’aereo, lasciando così le attività di soccorso in mano alle organizzazioni territoriali che si vedono coinvolte nella caduta dell’aeromobile.
Un’altra criticità riguarda i piani di assistenza ai familiari delle vittime, anch’essi previsti dalle procedure internazionali, ma molto spesso disattesi da molti paesi e non presenti, se non in poche righe, nei piani d’emergenza.
Come associazione CerchioBlu ci siamo fatti carico di analizzare assieme alla “Fondazione 8 ottobre per non dimenticare” le buone pratiche di assitenza ai familiari di vittime di disastri aerei.
Il disastro del Boing della Malaysia Airlines avvenuto nei cieli dell’Ucraina lo scorso 17 luglio propone molti aspetti di criticità.
C’è da chiedersi anzitutto se l’abbattimento di un aereo di linea civile da parte di un organismo militare (o paramilitare) sia da ritenersi un incidente aereo.
Nell’allegato 13 la convenzione di Chicago sull’aviazione civile definisce l’incidente aereo “Un evento associato all’impiego di un aeromobile che si svolge fra il momento in cui una persona si imbarca con l’intento di volare fino al momento in cui tutte le persone sbarcano, nel quale:
- a) una persona è deceduta o gravemente ferita a seguito di:
— essersi trovata all’interno dell’aeromobile, o
— diretto contatto con qualsiasi parte dell’aeromobile, comprese parti staccatesi dall’aeromobile, o
— diretta esposizione al getto dei reattori,
eccetto il caso in cui le lesioni siano dovute a cause naturali, auto-inflitte o procurate da altre persone, o quando le lesioni sono inferte da passeggeri clandestini nascosti fuori dalle zone normalmente accessibili ai passeggeri e all’equipaggio; o
- b) l’aeromobile riporti un danno o un’avaria strutturale che:
— influenzi negativamente la resistenza strutturale, le prestazioni o le caratteristiche di volo dell’aeromobile, e
— richieda generalmente una riparazione importante o la sostituzione del componente interessato,
eccetto per lo spegnimento o avaria al motore, quando il danno è limitato al motore, alla cappottatura o agli accessori, oppure per i danni limitati alle eliche, alle estremità alari, alle antenne, pneumatici, freni, carenature, piccole ammaccature o fori nel rivestimento dell’aeromobile; o
- c) l’aeromobile sia scomparso o completamente inaccessibile.
Nel caso dell’abbattimento del volo MH17 della Malaysia Airlines, la ricostruzione del fatto e le responsabilità sta diventando molto complicata:
- le tracce e gli elementi che in questi casi le agenzie del controllo e gli organi investigativi utilizzano per ricostruire l’evento non sono state conservate;
- come si vede dalle immagini che giungono dal luogo del disastro, le caratteristiche del luogo del disastro sono state alterate, le tracce inquinate, disperse, modificate dall’intervento grossolano e non professionale delle persone che fin dai primi attimi dopo la tragedia si sono portate sul luogo del disastro;
- si sono verificati gravi episodi di sciacallaggio (vedi anche questo), che peraltro hanno una devastante ricaduta psicologica sui familiari delle vittime;
- emergono chiare difficoltà a coordinare professionalmente le operazioni di recupero ed accedere in piena libertà alle informazioni da parte degli organi internazionali giunti sul posto;
- i resti dei poveri passeggeri sono stati recuperati in modo disordinato e disorganizzato, ammassati all’interno di un treno in sacchi neri, in piena decomposizione.
Forse anche a causa della atipicità stessa del disastro, trattandosi di un aereo di linea carico di civili diretti in un luogo di vacanze abbattuto in una zona di guerra, la macchina dell’assistenza ai familiari non sta funzionando come dovrebbe, considerazione che peraltro comune anche in disastri aerei “ne più tipici”.
Da notizie che arrivano dal pool di esperti internazionali inviati sul luogo del disastro, mancano ancora più di cento corpi delle vittime: si ipotizza siano sparsi in un raggio di molti chilometri, e più passa il tempo maggiore è la probabilità di non poterli più recuperare.
Riguardo agli effetti personali (o per meglio dire ciò che rimarrà dopo lo scempio in atto) con tutto il loro carico affettivo e simbolico, come orologi, collane, anelli, ecc.. non si ha notizia di un loro recupero e consequenziale di una loro catalogazione.
Con molta probabilità non è stato fatto.
Sono ben visibile dalle immagini bagagli, abiti, giocattoli, valige ancora sul luogo del disastro.
Commenti come: “..bambini ancora che stringevano i loro orsacchiotti..” “ cadaveri straziati e mutilati orrendamente sparsi nei campi..” hanno avuto sicuramente un effetto straziante sui familiari acuendo il loro dolore ed il senso di smarrimento.
Centinaia di familiari, come accade sempre in questi casi, sono accorsi nei due aeroporti interessati: l’aeroporto di Amsterdam da dove il boing era partito e l’aeroporto malese di Kuala Lumpur dove era atteso.
Le due modalità di assistenza ai familiari si sono diversificate notevolmente.
La realtà olandese è all’avanguardia in questo campo. I familiari sono astati accolti e convogliati in hotel in attesa di notizie. Gli è stato fornito tutto il supporto necessario anche dal punto di vista psicologico. Le istituzioni sono rimaste in stretto contatto con loro fornendo le informazioni che di volta in volta arrivano dal quadrante interessato al disastro.
Dall’altra, i familiari delle vittime si sono ritrovati all’aeroporto di Kuala Lumpur, lo stesso che pochi mesi prima aveva ospitato i parenti straziati del volo MH 370 sempre della Malaysia Airlines disperso ed ancora oggi non trovato con il suo carico umano.
Anche in questo caso è prevalsa la voglia di scoop. La scelta da parte dei media internazionali di fornire immediatamente le notizie della morte di tutti i passeggeri del volo senza preoccuparsi minimamente dell’impatto devastante che questa comunicazione, appresa in modo improvviso e senza una minima assistenza, poteva avere sui familiari delle vittime.
Molti familiari hanno appreso della morte dei loro cari dagli organi di informazione, che non si sono fatti scrupoli di arricchire di particolari raccapriccianti la notizia.
La comunicazione della morte dei loro congiunti è stata appresa in modo scorretto e fortemente traumatico, ricco di particolari sconvolgenti: le immagini del luogo del disastro e dei soccorritori impreparati non ha fatto altro che aumentare la sensazione di dolore. La vista dei documenti e degli effetti personali ancora da recuperare ha sicuramente provocato sgomento.
Così come le notizie (anche se da confermare molto credibili) del mancato recupero di centinaia di corpi: quest’ultimo elemento è forse il più sconvolgente per i familiari delle vittime.
26 luglio 2014