Da molti anni sensibilizziamo e formiamo operatori di polizia e del soccorso sui temi della gestione delle emergenze e dell’assistenza alle vittime, per aumentare la loro consapevolezza e le loro capacità.

Da sempre l’obiettivo di Cerchio Blu è quello di aiutare professionisti e volontari dell’emergenza ad affrontare con maggiore consapevolezza le varie situazioni, sia per proteggersi dall’accumulo di tragedie e dolore ai quali si è inevitabilmente esposti, sia per aiutare nel modo più efficace le persone coinvolte instaurando una vera relazione d’aiuto.

Nei giorni scorsi abbiamo avuto l’ennesima conferma di come la strada che abbiamo tracciato sia quella giusta: abbiamo ricevuto i pensieri di chi ha vissuto momenti tragici e che ha voluto così ringraziare l’operatore di polizia che le ha prestato assistenza.

È questo il miglior di Natale che avremmo potuto ricevere, ed anche il modo migliore di iniziare questo 2021: non solo nella speranza di poter cambiare e migliorare, ma nella consapevolezza che ciò sta realmente avvenendo, grazie al nostro impegno e grazie all’attenzione di chi ci segue… perchè quell’operatore di polizia “è uno dei nostri”.

Graziano Lori – Presidente Cerchio Blu
5 Gennaio 2021


Ho sempre pensato agli operatori di Polizia come a delle persone austere.

Ho sempre creduto che indossare la divisa aiuti loro a rimanere distaccati dagli eventi difficili che il lavoro li porta a vivere ogni giorno.

Un po’ come il soldato quando indossa la corazza per andare in guerra.

Ma non tutti i soldati riescono a difendersi anche dalle emozioni e a trattenerle mentre combattono.
Forse quell’armatura qualcosa lascia passare, in entrambe le direzioni…

Ho avuto la fortuna di incontrare una persona così in circostanze disperate: perché si sa, quando devi interagire solo con il responsabile dell’ufficio e non uno qualsiasi dei collaboratori è perché qualcosa di brutto ti è accaduto.

Mio marito, un atleta, è stato investito da un pirata della strada durante un allenamento e per molti mesi siamo letteralmente sprofondati in un inferno, in particolare per nostra figlia.

Era stata aperta un’indagine ed il pirata stradale era stato individuato, ma incaricammo il nostro avvocato di fiducia di assisterci, per tutelarci ed aiutarci a gestore un momento davvero difficile.

Durante i diversi incontri negli uffici della polizia locale mi fu spiegato che non potevo conoscere tutti i particolari dell’incidente e gli elementi che via via venivano raccolti poiché sottoposti al segreto delle indagini.

Potevo solo immaginarli nella mia mente e mi sforzavo di completare il puzzle, come se questo potesse davvero lenire le mie paure e il senso di ingiustizia che in quel momento profondamente provavo.
Ma il terremoto che stavamo vivendo non era terminato: avevo incrociato pure il responsabile dell’incidente, mentre accompagnava i figli a scuola tenendoli per mano.

Ogni volta che andavo al Comando speravo di ricevere qualche informazione e per un po’ di tempo non è accaduto: non mi piaceva, ma non provavo rancore per questo…

Venivo sempre accolta da una persona dotata di un empatia straordinaria.

Una persona che non si vergognava a lasciarsi scappare una lacrima se io lo facevo per prima, che capiva la mia frustrazione, che riusciva a mantenere un comportamento professionale e nel contempo era capace di rassicurarmi, di aiutarmi a capire dandomi qualche piccola informazione o dettaglio.
Una volta, ricordo, mi disse perfino: “Nel mio lavoro non è sempre domenica, a volte è anche lunedì e martedì: suo marito è ancora qui, abbiamo individuato il responsabile, abbiamo raccolto solidi elementi. Non sempre siamo così fortunati”… e questo atteggiamento mi aiutò.

Così penso che se davanti a me ci fosse stata una persona diversa, rigida e distaccata, la rabbia che provavo per quanto accaduto a mio marito avrebbe preso il sopravvento, aggiungendo ulteriore dolore a quello che già stavamo vivendo.

Invece dovevo rimanere lucida, per il mio bene e per quello della mia famiglia: per capire le implicazioni di ciò che stava accadendo, per collaborare ad alcuni accertamenti che erano ancora in corso, per fornire le informazioni e l’assistenza che via via mi veniva richiesta.

È passato un pò di tempo da quei giorni difficili, mio marito si è ripreso e io ho completato il mio puzzle.

Ho molta stima di questa persona poiché, nonostante il ruolo che doveva ricoprire, riusciva ad essere professionale e allo stesso tempo empatica, vicina a ciò che ci stava accadendo: forse non è così scontato che ciò avvenga.

Penso che tutte le persone, nella loro vita, dovrebbero avere la fortuna di incontrare un uomo così.