
In città crollano considerevolmente quasi a zero le morti a bordo di autovetture.
Riguardo all’età e al genere delle persone che decidono è possibile una grossa divergenza tra le morti in città rispetto alle morti in aree meno organizzate o autostrade.
Rispetto a differenza di sesso nelle città c’è un aumento considerevole delle morti femminili spesso in età avanzata proprio perché riconducibili ai pedoni
Anche questo caso spesso il pedone è corresponsabile se non responsabile del comportamento dettato che poi ha causato la morte stessa in percentuali che possono raggiungere anche il 40%.

Si possono avere degli effetti deterrenti generali in un primo periodo, ma successivamente l’aumento della pena specifica prevista per un reato non abbassa assolutamente i livelli di diffusione di quel reato. Ci sono numerosi studi scientifici internazionali in ambito criminologico che lo dimostrano!
Questo ha generato da una parte un aumento esagerato delle comunicazioni di notizie di reato in Procura della Repubblica e dall’altra che molti incidenti stradali che potevano essere risolti ad un certo livello sono ora considerati a tutti gli effetti omicidi stradali ed eventi con lesioni gravi e gravissime, secondo la nuova normativa della legge 41/2016.
Su questo punto è bene far chiarezza: leggendo un articolo pubblicato il 6 luglio 2017 su Repubblica si apprende che i casi di omicidio stradale sarebbero in aumento. L’elaborazione deriva però dai soli dati di Polizia Stradale e Arma dei Carabinieri, forse anche Guardia di Finanza.
Mancano tutti i dati delle Polizie Locali e Municipali, che intervengono per i rilievi in circa il 60% a livello nazionale. Questo significa ch euna buona parte dei dati non sono considerati in questo articolo.
Analizzando alcuni dati delle Polizie locali di alcune grandi città emerge che nella metà degli incidenti stradali la responsabilità è a carico della persona deceduta, o comunque si registra una corresponsabilità.
Inoltre molti incidenti stradali mortali avvengono con il coinvolgimento del solo deceduto, come accade in tutti gli incidenti stradali nei quali il veicolo esce di strada autonomamente o urta contro ostacoli fissi quali alberi, guard rail, pali dell’illuminazione pubblica o altro.
Su questo punto è bene far chiarezza innanzitutto: non è detto che la persona che ha assunto droga o alcol alla guida sia poi di fatto il responsabile dell’incidente stradale stesso, dato che si può evincere sono analizzando approfoditamente la dinamica dell’incidenti stradali. Non è raro che che la persona che ha assunto droga o alcol non abbia poi di fatto messo in atto il comportamento rilevante che ha causato l’incidente stradale. IN altri casi vi è una corresponsabilità nell’incidente con la persona deceduta.
Ma alle forze dell’ordine spesso spetta un’analisi oggettiva ed un approccio il più possibile oggettivo e professionale al rilievo dell’incidente, senza alcuno sivolone in giudizi morali o considerazioni di questo genere.
Ma è altrettanto vero che non si risolve il problema con l’incremento di pene, tra l’altro in modo spesso generalizzato.
E questa è da considerarsi una grossa lacuna perché è soltanto un’analisi approfondita delle dinamiche che stanno all’interno di un incidente stradale mortale o grave può permettere di comprendere meglio il fenomeno; è perciò importante avere un approccio sia sociologico sia di analisi psicologica dell’evento legata ad una ricostruzione dell’evento stesso in modo da poter capire esattamente come avvengono e attraverso quali comportamenti possono avvenire certi incidenti e mettere in campo le politiche di prevenzione più adatte.